Critical wine è un movimento per proporre una agricoltura sana, solidale, basata sulla sensibilità del produttore, fuori dalle mani delle multinazionali e dell'industrializzazione.
Per diffondere queste idee organizza manifestazioni itineranti come quella al forte prenestino dal 17 al 19 marzo, in cui di fatto si offre vino a gente che tracanna tutto senza pensarci due volte.
Nelle celle sotterranee del forte ci sono questi vignaioli critici che fanno assaggiare il loro vino. Per cinque euro si ha l'ingresso più un bicchiere.
"Che vino volete assaggiare ?", dice un vignaiolo piemontese con un'offerta di nebbiolo e barolo di diverse annate. La risposta è "rosso". I più generosi tra i vignaioli hanno anche grissini e formaggio. I più generosi tra i visitatori mentre bevono il vino fanno una domanda qualunque, prendono il biglietto da visita e ringraziano. Qualcuno compra anche una bottiglia o finge di interessarsi. C'è Pino Ratto, una faccia da cui potreste comprarvi di tutto con fiducia, che fa bicchieri più pieni alle ragazze. Non usa lavoranti, dice la scheda esplicativa, fa tutto da solo. Ci si stanca, mi ha detto, ma ci si diverte. Come te quando fai uno sport.
A un produttore di primitivo ho chiesto se non ci perdesse a partecipare a questa manifestazione. Mi ha detto prima "perché, sei della finanza ?" e poi, "no, in fondo in fondo qualcosa ci guadagno".
Però, a parte tutto, e senza contare che la super bevuta l'ho fatta anch'io, mi hanno convinto. Meglio poco vino, anche più caro ma fatto umanamente. E magari niente grandi affaristi con il monopolio delle vendite. E niente speculazioni tra il produttore e il consumatore. Magari.
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