21 novembre 2017

Wolf Bukowski

Wolf Bukowski è un valente contributore del blog Giap dei Wu Ming. Ha scritto (almeno) due libri, "la danza delle mozzarelle", con la dentatura di Farinetti in copertina, sulla retorica mistificatrice del cibo presuntamente sano e di qualità che porta grandi profitti,  e "la santa crociata del porco". Nonostante mi interessasse di più il primo, mi è capitato di leggere prima il secondo, che si è rivelato comunque una vera miniera di spunti, di cui raccoglierò qui qualcuno dei più interessanti.
Il libro è diviso in tre parti, chiamate rispettivamente "il maiale imposto", "il maiale negato" e "il maiale sterminato".

Le prime due parti sono sulla cronaca recente, mancata integrazione, pregiudizi di razza e religione, intolleranza.
Ad esempio, l'odio e i pregiudizi di apparentemente mansuete persone comuni "sono sintomo del vuoto, di sofferenza non riconosciuta e delle enormi difficoltà che si hanno [...] in una società ostile, che si finge amica [...] solo per nascondere l'odio verso l'umano che la pervade."(p. 23)

Ma è la terza parte la più ricca:

"35 maiali uccisi al secondo, 2000 al minuto, 125 mila al giorno, un miliardo e cento all'anno.
prosciutti, costoline, lonza, guanciale e pancetta; e lardo, sugna e strutto; e ingredienti per caramelle, capsule, pastiglie, birre; e componenti per armamenti, valvole cardiache, carta fotografica; tessuti e filtri di sigarette, lubrificanti; e bio-diesel e saponi, vernici, candele, shampoo e balsamo, dentifricio, pennelli e fertilizzanti, medicinali; e poi di nuovo wurstel e salsicce e ciccioli e patè; e alimenti per animali d'affezione e da reddito, pesci compresi, compresi maiali" (pp. 119, 120)

"Il 70% della superficie agricola utile mondiale è impegnata per le esigenze degli allevamenti" (p. 128)

"Ma il mercato [...] non è che l'altro nome del capitalismo che deruba, espropria, avvelena, impoverisce, uccide, e che fonda il proprio successo globale sul farlo efficacemente." (p. 130)

"Il consumatore. Le strutture economiche ne plasmano l'immaginario e ne orientano il gusto; il suo potere d'acquisto è sempre più modesto, e la riorganizzazione urbanistica della vita cittadina attorno alle esigenze delle catene commerciali fa il resto." (p.133)

La lotta per l'emancipazione degli sfruttati sarà "una cosa oscura, senza pregio, una cosa facile da mettere alla berlina, da disprezzare; una cosa tutt'altro che attraente, visto che reca le sembianze della vendetta e dell'odio" (da "la giungla", upton sinclair) (p.143)

"E' la disuguaglianza ad alimentare il mercato; è il furto ai danni dei più deboli (di tempo, di risorse, di vita) a consentire l'accumulazione e il profitto" (145-146)

"il macello, come il capitalismo [...] preleva vita:  dalle bestie che vi sono condotte, dai lavoratori che le smembrano, dal pianeta cui sottrae energia, acqua, granaglie e legumi. Restituisce morte, preceduta da lunghe soffrenze, agli animali: sfruttamento e malattie professionali agli umani [...]; insieme a laghi tossici di deiezioni, monoculture di mais e soia in luogo di foreste, gas serra, pandemie e batteri antibiotico-resistenti, il devastante spostarsi tra continenti di mangimi, corpi semilavorati e prodotti finiti, la distruzione di economie locali più sostenibili e delle vite che esse alimentavano, dumping ambientale e salariale nonché nocività di ogni genere - non ultime quelle incarnate dai suoi stessi prodotti". (p. 159)

16 novembre 2017

Trasformare in valore il cazzeggio volontario

Mentre diventa sempre più complicato vivere del proprio lavoro, è sorprendente come alcuni riescano a ricavare guadagno da attività altrui che gli interessati percepiscono piuttosto come tempo libero. E' il cosiddetto user generated content, che è diventato un modello per fare affari da almeno quindici anni. O è il caso dei social network, talvolta molto criticati per la questione dei ricavi fiscali, della privacy o degli impatti sull'opinione pubblica dal punto di vista sociale e politico.
Eppure lo sfruttamento del cazzeggio altrui è sorprendentemente diffuso anche in ambienti insospettabili. Ecco qui due esempi in cui mi sono imbattuto lo stesso giorno.

Max Stefani, storico direttore del Mucchio Selvaggio, e quindi responsabile morale dell'acquisto di metà dei dischi che ho a casa, che cerca materiale che finirà in un libro, e ricompensa anticipatamente con un grazie.

E gli imprescindibili wu ming, che, nel bel racconto satirico "Benvenuti a sti frocioni 3", raccontano in maniera grottesca i contatti per realizzare un film dal loro romanzo Q. Visto lo stile del racconto non possiamo escludere che sia di finzione anche la richiesta di riassunto per gli iscritti alla newsletter. Ma anche qui sembra che l'ingiustificabile proposta di sfruttamento da parte del produttore sia ribaltata, in una certa misura e per la parte possibile, sui propri lettori.