I concerti dal vivo d'altra parte raggiungono prezzi esorbitanti. Per vedere Bob Dylan questa estate bisognava pagare una settantina di euro. Sembra che a questo non ci sia rimedio, eppure negli anni settanta non era così. Sembra incredibile per chi come me non c'è passato (da adulto), però allora si poteva dire: questo concerto è troppo caro, quindi entriamo gratis. Questa lotta mi sembra che sia stata dimenticata (di certo conveniva quasi a tutti che si dimenticasse). Per questo propongo qui questa esauriente ricostruzione presa dal sito www.loureed.it. Non so bene se posso pubblicarla, in caso contrario mi si faccia sapere e la elimino subito, il punto è che è difficilissimo trovare documentazione sull'argomento.
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PRIMA FASE:
GLI INCIDENTI AI LED ZEPPELIN, AL VELODROMO VIGORELLI DI MILANO
Soltanto nel 1971, iniziano in Italia, con ritmo regolare, i concerti pop con artisti stranieri. Quasi tutti hanno uno svolgimento regolare.
Soltanto a Milano avvengono alcuni incidenti, a causa del prezzo dei biglietti, non accessibile a una parte del pubblico, giovani operai, apprendisti, proletari e sotto proletari, capelloni. Su ordine degli organizzatori, la polizia carica i giovani che tentano di "sfondare" i cancelli. La stagione termina con gravissimi incidenti al concerto dei LED ZEPPELIN al velodromo Vigorelli: la polizia entra nello stadio sparando i lacrimogeni; le cariche successive provocano lunghi scontri e oltre cento arresti; il palco viene distrutto: centinaia di feriti.
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SECONDA FASE: 1971-1973, UNA MINIERA D'ORO
Gli organizzatori cancellano Milano dal calendario delle tournée. In questo modo, non avviene più nessuna contestazione; solo episodi sporadici a Bologna e Firenze.
In assenza di grandi agenzie organizzate, si afferma un I impresario: Franco Mamone di Milano che gestisce più dell'80% dei concerti.
A Roma, Torino, Bologna, decine di migliaia di giovani 1 pagano regolarmente il biglietto, il cui prezzo è fissato sulle 1. 500 lire.
Nasce l'affare del pop in Italia. La stagione fortunata di Mamone culmina con il concerto dei Santana a Roma (Dicembre '73): 30.000-35.000-40.000 spettatori; 50.000, afferma alla radio il disc-jockey Raffaele Cascone.
Nella prima fase, le proteste erano una rivolta spontanea dei giovani emarginati. Nella seconda fase, il pubblico paga senza protestare: i mass-media musicali lo hanno convinto che il prezzo dei concerti è un prezzo equo e che non ci sono alternative. Oltre alla RAI, il principale organo di stampa che conduce la campagna di persuasione è il settimanale musicale Ciao 2001 (oltre 300. 000 copie di tiratura secondo il suo direttore, Saverio Rotondi, da 50 a 100. 000 secondo le varie voci), l'unico giornale per giovani in Italia. I concerti sono organizzati insieme a questo giornale, che assicura il lancio nazionale. Il pubblico viene ai concerti anche da centinaia di chilometri di distanza, dalla Sicilia, dalla Sardegna.
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TERZA FASE: 1974. LA DISOBBEDIENZA CIVILE DI MASSA. L'AUTORIDUZIONE
Le centinaia di migliaia di giovani attirati dai concerti ignorano tutto sulla struttura dell'industria della musica. Il concerto è un grande avvenimento che capita raramente, da non perdere (a Londra ogni sera ci sono decine di concerti, in una grande città italiana neanche uno). Il pubblico non conosce nemmeno i nomi degli organizzatori. Nella primavera del '73, tra l'indifferenza generale, STAMPA ALTERNATIVA decide di iniziare, in tutta Italia, la diffusione di notizie sugli organizzatori e l'industria della musica. I principali bersagli delle notizie sono: l'organizzatore Franco Mamone ("il Ladro"), il giornale musicale Ciao 2001 (il "bugiardo") e le case discografiche (il prezzo eccessivo dei dischi).
Ad ogni concerto, vengono diffusi volantini di notizie sui costi reali dei concerti, i guadagni degli organizzatori, le
bugie dell'informazione. La tesi è che, riducendo i profitti, il prezzo più basso potrebbe essere di poche centinaia di lire, o addirittura gratis.
La semplice diffusione delle notizie ha un effetto lento sulla gente: tutti continuano a pagare, sia pure con un certo malumore. Il primo episodio clamoroso avviene a Napoli: al Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze (Giugno '73: biglietto a 1. 500 lire), duemila napoletani fanno lo sciopero del biglietto. Tramite le notizie diffuse da Stampa Alternativa, avevano saputo che l'organizzatore non aveva dovuto sostenere nessuna spesa: erano tutte rimborsate dall'ente turismo o dalle case discografiche; in più i complessi partecipanti non erano pagati ma dovevano pagare (da mezzo milione in su) per partecipare. Di fronte alla folla inferocita l'impresario, Massimo Bernardi, ammette i fatti, e propone la riduzione dei prezzi, prima a 1. 000, poi a 500, poi a 300 lire: la gente non accetta, e l'organizzatore alla fine è costretto a pregare i giovani di entrare, altrimenti il festival (senza pubblico), non può avere inizio. L'episodio di Napoli, fa capire al pubblico che dietro al concerto ci sono grossi interessi: non solo spese, ma guadagni, un intreccio di bilanci, promozionali e pubblicitari, che non si conoscono.
Per quasi dieci mesi, dal Giugno '73 al Marzo '74, c'è un crescendo di scioperi del biglietto e contestazioni; spariscono gli impresari minori, più disorganizzati. Solo ai grandi concerti di Mamone tutto resta quasi tranquillo: ingenti forze di polizia impediscono qualsiasi contestazione, nessuno entra gratis. Nella primavera del '74, esplode la disobbedienza civile: due grandi tournée di Mamone (Premiata Forneria Marconi e Traffic) con incassi previsti superiori ai 100 milioni, falliscono clamorosamente: migliaia di persone riescono a entrare gratis, perché la polizia è impotente a fermare l'entrata di una massa troppo grossa di gente. 500-1. 000-2. 000 e più giovani insieme decisi a entrare sono infermabili. Gli sfondamenti avvengono senza violenze, senza feriti: i ragazzi premono semplicemente sui cancelli. In qualche caso, l'organizzatore ordina alla polizia la maniera forte: allora le cariche avvengono a freddo, per impedire che la gente si riunisca per sfondare; in questo caso, come a Cagliari, gli incidenti sono gravissimi. Gli sfondamenti non sono organizzati da gruppi o servizi d'ordine: semplicemente, ci sono quando il pubblico deciso all'autoriduzione è massiccio. Dopo la tournée Traffic, Franco Mamone annuncia ufficialmente il proprio ritiro.
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ULTIMA FASE: DAVID ZARD
Dopo il ritiro di Mamone, non ci sono più organizzatori. Tuttavia il mercato dell'industria discografica (cento miliardi all'anno, cfr. "La Stampa", 15-9-1974) esige i concerti di massa per lanciare artisti e dischi. In mancanza di impresari, l'industria organizza festival gratuiti: a Roma (Villa Borghese, oltre 30. 000 spettatori) seguono il Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze.
Nella situazione di crisi, si inserisce un nuovo nome: David Zard. Zard capisce che l'impresariato muore se le case o i contestatori organizzano concerti gratis o a bassissimo prezzo: la figura dell'organizzatore 'salta'. E allora mette in moto un meccanismo brutale: disponendo di forti capitali a Londra, offre agli artisti, e soprattutto ai managers degli artisti, cifre doppie e perfino triple e quadruple di quelle offerte da Mamone o da altri piccoli impresari. La mossa è vincente: i musicisti accettano. Zard ha capito che esiste un pubblico 'ricco' dei concerti: il suo scopo è allontanare dai concerti la massa dei giovani con pochi soldi. A Roma, porta una super-star, Cat Stevens, subito dopo uno sfondamento di massa al Traffic (il prezzo è di 3. 500 lire, 2. 000 più del solito a biglietto): il gesto provocatorio per allontanare la folla de, i giovani non ricchi, è l'aumento del biglietto: 2. 500 lire, un prezzo per i posti popolari mai fissato in Italia.
L'industria discografica (in particolare la Ricordi) non capisce che le mosse di Zard sono pericolose, o non può fronteggiarle; e appoggia Zard, con i soliti sostegni (pubblicità, manifesti, conferenze stampa).
Verso Stampa Alternativa, Zard è altrettanto brutale: prima cerca di corromperla ("se state zitti, vi regalo mille, duemila biglietti") poi, al rifiuto, quando S. A. contrattacca (alle prevendite con volantini rivela che Zard a una certa ora farà entrare tutti gratis), ordina ai suoi gorilla di intervenire duramente impedendo la distribuzione delle notizie.
Di fronte alle provocazioni, S. A. non si presenta ai concerti, ma presenta 13 denunce giudiziarie contro Zard. Verso i ragazzi, Zard usa la maniera forte: più di mille poliziotti circondano il Palasport in assetto di guerra a Cat Stevens, altrettanti agenti al successivo Yes. Quasi nessuno entra gratis. Però viene poca gente (5-6. 000 persone invece delle solite 15-20-25. 000 e più). Zard ha sbagliato i conti: allontanare i giovani senza soldi dai concerti vuole anche dire fare concerti per poche migliaia di persone in un'atmosfera triste. "Zard ha trasformato i concerti in campi di concentramento" scrive S. A.
Con il colossale festival internazionale di Santamonica (Rimini, oltre 100. 000 persone previste) fallito perché mancavano le attrezzature igieniche e quindi la questura non ha dato il permesso, Zard si inimica definitivamente il pubblico di massa (che aveva comprato i biglietti in prevendita a 7. 000 lire) e anche le autorità. Nella tournée di Frank Zappa (di Zard) in Settembre, su 40-50. 000 spettatori, più di un terzo entrano gratis; la polizia non vuole intervenire. Mentre Zard cerca di risolvere i problemi finanziari, Mamone (che col pubblicitario Gianni Sassi ha creato una nuova società, agenzia e casa discografica: la Cramps s. r. l. ) tenta un rientro sulla scena con la tournée Gentle Giant: ma è un fallimento finanziario, a Roma (28 nov. ) (con la polizia ordinatissima che non muove un dito) su 8. 000 spettatori, 6. 000 entrano gratis, scavalcando pacificamente.
La disobbedienza civile è diventata un fatto di massa. Le case discografiche non si adeguano: la CBS commette uno scivolone clamoroso e affida a Mamone la tournée del grandissimo Herbie Hancock (jazzista al primo posto in America); Mamone, giustamente, ripagato dalla CBS di tutte le spese, organizza un concerto clandestino, senza nessuna pubblicità, per evitare guai: risultato, 200 spettatori al Teatro Alfieri di Torino. Per la CBS è un fiasco colossale: i milioni spesi per Hancock non fruttano nessun lancio promozionale dei dischi.
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LA FASE ATTUALE: LOU REED. I DOLLARI DI REGALIA DELLA RCA NON BASTANO PER UNA POLITICA DI PREZZI POPOLARI
Infine l'industria discografica commette l'ultimo errore: affida tutto ancora a David Zard, che chiede e ottiene grossissimi contributi, facendosi forte di essere l'unico impresario sul mercato (dopo i fiaschi di Hancock e Gentle Giant, Mamone si è ritirato definitivamente). La RCA americana versa 10. 000 dollari per sovvenzionare la tournée di Lou Reed, astro internazionale che però in Italia ha venduto solo 5.000 dischi invece dei 30-50-80. 000 che costituiscono un successo (pari a incassi di oltre cento
milioni). La RCA italiana sovvenziona la pubblicità, i manifesti, le conferenze stampa e altre spese spicciole.
Tuttavia, Zard non abbandona la politica provocatoria verso le masse giovanili: "i contestatori vadano a sentire i concerti politici, ai miei concerti voglio solo il pubblico che paga". Il prezzo è fissato in 2. 000 e 3. 000 lire: l'anno prima, per una tournée di Lou Reed sovvenzionata meno lautamente dalla RCA, Zard aveva fissato il prezzo a 1. 200 (annuncio ufficiale su "Ciao 2001", 4-5-74, pag. 3). Adesso (sempre su "Ciao 2001", 26-1-75, pag. 22) dichiara: l'anno scorso abbiamo fatto pagare anche 3. 000 o 3. 500 lire: quest'anno scendiamo a 2. 000, nonostante il carovita generale, gli aumenti della manodopera, dei viaggi aerei, ecc. Porteremo anche a Febbraio Mahavishnu Orchestra, a Marzo Weather -Report, e poi Jethro Thull, Deep Purple, Jefferson". Facendo credere che abbassano i prezzi, Zard e il giornale fanno accorrere masse enormi di giovani ai loro concerti.
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