Una decina d'anni fa Giovanni Bai diceva: "i romani pensano che a Milano succedano molte più cose che a Roma. Da milanese, posso dire che non è vero: ad esempio a Roma si può vedere un concerto diverso ogni sera". Probabilmente adesso dovrebbe ricredersi.
Negli anni scorsi si potevano effettivamente vedere molti bei concerti a buon mercato, poi però c'è stato un aumento vertiginoso dei prezzi e anche un crollo della qualità.
E infatti quest'anno la situazione è piuttosto deprimente.
Villa ada, la cui tessera per tutta l'estate nel 1996 costava 5000 lire, o dove si potevano vedere con due lire Alì Farka Tourè, Gal Costa o Sebestyèn Marta, è ancora il meno peggio, perché i prezzi sono ancora piuttosto contenuti e ubicazione, fruizione e durata del concerto sono accettabili. Però più che "roma incontra il mondo" dovrebbe chiamarsi "roma incontra i romani" o "roma incontra quelli dell'anno scorso". Casualmente ci sono alcuni buoni concerti (comunque già visti): chico cesar, lenine, kletzmatics (nel 2001, per dare un esempio di come le cose siano cambiate, ho dovuto scegliere, nella stessa sera, tra i kletzmatics a villa ada e Ben harper a fiesta: ho scelto i klezmatics, sbagliando, visto che i klezmatics tornano quest'anno mentre ben harper non è più tornato), lou dalfin. A villa ada ogni anno ci sono sempre gli stessi nomi: daniele sepe, citarella, acquaragia drom, eugenio bennato, officina zoè, nonché gruppi che a roma si vedono più che spesso: modena city ramblers, roy paci, banda bassotti.
Chissà perché non possono invitare gli Zuf de zur o les femmouzes.
A fiesta, dove per 12 mila lire in passato ho visto lou reed o joe cocker, o per restare nella musica sudamericana, mercedes sosa o pablo milanes il programma non è completo, ma lo spettacolo di punta sembra essere ricky martin, che oltre a non piacermi costa anche 32 euro. Oppure peter gabriel, già venuto 2 o 3 anni fa e visto a 200 metri di distanza per 20 euro (ci fu anche un comitato che premeva per la restituzione del costo del biglietto, visto che il concerto non era stato di fatto nè visto nè sentito): ora costa 30. Per il resto, italiani o materiale da scuola di ballo, già visti e stravisti alla metà del prezzo.
La veltronata di quest'anno (finalmente non più al colosseo, dove si vedeva solo lo schermo gigante) è di profilo piuttosto basso: i genesis senza peter gabriel, al circo massimo.
La palma, che fino a due anni fa faceva il godibile e conveniente fandango festival, dove c'era una tessera da una sessantina di euro per due mesi con cui si poteva vedere Tom Zè o Marcus Miller, adesso organizza un festival piuttosto ridotto (vedrei solo Ray Lema) e (a quanto pare) senza tessera.
Alla cavea dell'auditorium, famosa per i concerti che durano un'ora e 15 bis compreso, i biglietti a prezzi esosi oppure gratis per chi è raccomandato, segnalerei solo (30 euro!) patti smith.
Al teatro romano di ostia antica, dove si pagano 20 euro in più a concerto solo per la location, ci sono i sonic youth (secondo me non sono indicati per il posto!). C'è anche paolo conte, che ha settant'anni: l'ho visto solo una volta, non vorrei pentirmi in futuro di non esserci andato; se costa meno di 35 euro (cazz, settanta mila lire) ci vado.
Al foro italico a luglio suoneranno chemical brothers, gregg allman band e john mayall: nessuno dei tre al di sotto di 30 euro.
Il concerto di Barbra Streisand, con biglietti a 850 euro, ero convinto fosse uno scherzo. Infatti lo era, non si fa più. I rolling stones mi sembra che costino oltre 100, vediamo se è uno scherzo anche quello: a quel prezzo e in uno stadio, comunque, non ci vado.
Speriamo in qualche manifestazione minore e nel buon sandro medici, presidente illuminato della X circoscrizione, che l'anno scorso ci ha regalato Manu Chao (già visto e stravisto, ma bel pensiero) e a settembre la rassegna di teatro affidata ad Ascanio Celestini, con cui abbiamo visto varie perle tra cui Leo Bassi (che a luglio gira per l'Italia, ma non a Roma: poveri noi, ma chi può approfitti).
Intanto, giorni fa, alla festa di Radio Onda Rossa, ho visto tra gli altri Gianfranco Manfredi, grande cantautore degli anni '70. Chissà se i migliori concerti non tornino nei centri sociali, come prima delle giunte di centrosinistra.
AGGIUNTA: mi ero dimenticato di parlare del prezzo osceno a cui è venduta la birra a villa ada. C'è una soluzione, cercate i ragazzi con il frigo portatile che si mettono appena fuori all'ingresso. Per i ragazzi con il frigo, non solo a villa ada: il prezzo corretto della birra secondo me è 2 euro per le lattine di ceres da 500 ml e 1 euro per le lattine di bergen (o equipollente da hard discount), altrimenti diventate come i venditori all'interno.
2 commenti:
Ottimo post. Aggiungerei una nota sulle contraddizioni di Villa Ada: quest'anno si potrà fare la tessera settimanale a 15 euro come l'anno scorso, ma poi una buona metà (se non di più) dei concerti programmati risultano "fuori abbonamento", e devono essere pagati a parte. E tu che hai fatto la tessera per risparmiare e te la vedi scadere, che devi fare?
Per la birra, purtroppo il problema è trasversale: costa 4 a villa ada e a fiesta, ma è aumentata anche al villaggio globale (da 2,5 a 3), e mi sembra indicativo (com'è indicativo il fatto che nessuno sembra lamentarsene)
Ascanio Celestini a Roma ci sarà.
E' previsto lo spettacolo "Scemo di guerra" sabato 23 giugno, alle 22, al Villaggio Globale, Lungotevere Testaccio o via monte dei cocci , con ingresso a 7 euri...che sò una cifra molto molto bassa.
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