07 settembre 2007

mondiali di rugby e libertà di espressione

Questo post è diviso in tre parti: la prima parla in breve dei mondiali di rugby, la seconda di ricordi d'infanzia, la terza, più importante, parla della libertà di espressione in Italia: se andate di fretta leggete solo questa.


I mondiali di rugby cominceranno stasera e finiranno il 20 ottobre. C’è chi dice che i mondiali siano una faccenda meno bella rispetto agli altri tornei di rugby, non c’è il terzo tempo, non c’è la tradizione, c’è troppo business, del resto sono stati istituiti solo nel 1987. Però ci sono comunque le migliori squadre, e quindi i migliori giocatori, del mondo. L'Italia, che non è mai stata così forte come oggi, grazie anche ai circa 15 giocatori naturalizzati, cioè stranieri, spera di entrare per la prima volta nei quarti di finale.


E’ difficile da spiegare perché io guardi le partite di rugby (anche allo stadio) nonostante non abbia mai giocato a rugby (e neanche ho intenzione di farlo, troppo cruento), mentre non guardo quasi mai una partita di calcio nonostante vada a giocare a calcio anche tre volte a settimana.
Forse sarà la pubblicità o la retorica sul terzo tempo, lo sport sano e leale e le vecchie tradizioni.
In effetti però quando ero piccolo, nei pomeriggi invernali, guardavo le partite del torneo delle cinque nazioni in tv, trattato come una stravagante tradizione anglosassone al pari della regata Oxford – Cambridge. E all’epoca non mi spiegavo molto perché l’Italia perdesse regolarmente con la Francia, ma ne prendevo atto.
E poi guardavo i notiziari sportivi tipo sport sera, che era trasmesso strategicamente prima di cartoni animati o programmi per ragazzi. Mi pare che il resoconto del rugby venisse trasmesso il martedì, insieme a tutti gli sport minori. Guardavo quei servizi con i risultati del campionato, e per ogni sport tifavo, nel senso che stavo attento a sentire se avesse vinto o perso, per una squadra, scelta per vicinanza geografica o perché mi piaceva il nome. Ad esempio a pallanuoto tifavo per la canottieri Napoli, a hockey su ghiaccio per il Gardena, a baseball per il glen grant nettuno. E a rugby per l’amatori Catania.


Ma, tornando ai mondiali, come si fa a vedere le partite ? La risposta più semplice è comprare l’abbonamento sky. Una seconda possibilità è andare in un pub dove trasmettono sky, prendendo un paio di birre e spendendo una decina di euro (potete limitarvi a una, ma in quel caso sarà terribilmente calda se volete tenerla fino alla fine della partita oppure la finirete subito e poi dovrete guardare gli altri che bevono; considerate che con la nuova zelanda si perderà alla grande e quindi verrà voglia di bere). Esiste una terza possibilità, ma non se ne può parlare. Esistono delle televisioni straniere che trasmettono l’evento via internet ma è quasi impossibile riuscire a saperlo. Nelle faq di forum specifico sull’argomento c’è scritto: “si, ma *** non gradisce la libera circolazione di informazioni di questo tipo (nonostante siano legalissime). c'è una causa proprio su questo punto. prendetevela con l'australiano. noi ce la mettiamo tutta.” (gli asterischi sono originali).
Su tutta la faccenda c’è un misterioso silenzio stampa e silenzio blog a parte il post di Beppe Grillo, evidentemente l’unico blogger che ha il budget per rischiare una causa con Murdock. Lì si può leggere come due siti sono stati oscurati e da allora nessuno si azzarda a parlare dell’argomento.
Esiste quindi un modo semplice e pratico per un grosso gruppo economico per ottenere il silenzio su notizie scomode: minacciare una causa miliardaria sostenendo che la circolazione di quelle informazioni gli fa perdere miliardi. I gestori del sito, o almeno i provider, si spaventeranno.
Un modo pulito, moderno, da ventunesimo secolo, di censurare.

3 commenti:

meinong ha detto...

Bellissimo


Pensatoio

conteoliver ha detto...

Grazie Maestro

Anonimo ha detto...

Bel post, ne condivido lo spirito. Buona domenica.