Tom Zé è il meno conosciuto tra i geni della musica brasiliana. Nato nel 1936, negli anni '60 è tra i fondatori del tropicalismo, ma non ne ricava lo stesso successo che hanno avuto altri, tanto che negli anni '70 lascia la musica e lavora come meccanico a San Paolo. E' ritornato grazie a David Byrne che è andato a cercarlo per metterlo sotto contratto con la sua etichetta Luaka Bop. Da quel momento è tornato a deliziare un ristretto pubblico con la sua musica eclettica e indescrivibile. Per la varietà e lo sperimentalismo molti lo paragonano a Frank Zappa.
"Fabricando Tom Ze" di Decio Matos domani alle 17 al cinema nuovo olimpia, all'interno del rome indipendent film festival, è un documentario sulla tournèe del 2005, che è anche l'unica volta in cui l'ho visto dal vivo, al defunto (e compianto) fandango jazz festival alla palma.
Fu un concerto strepitoso. Erano passati pochi giorni dall'attentato nella metropolitana di londra e Tom Zé presentò una versione personalizzata in italiano di "companheiro bush", che diceva più o meno "se non sai chi ha messo le bombe a londra, secondo me è stato bush".
E, in risposta allo sfruttamento del corpo femminile nella musica, le musiciste del gruppo erano tutte vestite in tuta da meccanico. Era appena uscito "Estudando o pagode", concept album dedicato alla discriminazione sulle donne.
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