Il vecchio Chavez ha messo a segno un altro colpo nella lotta per la liberazione dell'America Latina dalla letale influenza degli Stati Uniti e dei loro organismi internazionali. La cacciata dell'ambasciatore la aveva fatta anche Evo Morales (tra l'altro quello in Bolivia aveva un curriculum migliore nella istigazione di secessioni strumentali, con un brillante successo in Kosovo), ma la frase ad effetto, che nell'ormai ex cortile di casa ha un enorme valore simbolico, è tutta opera di Hugo.
In Italia si parla poco e male della liberazione in atto in America Latina (i paesi in prima fila sono ancora aumentati, con l'aggiunta del Paraguay e anche quelli più moderati, come Argentina e Brasile, prendono coraggio), se ne enfatizzano le contraddizioni, sia per cercare di neutralizzare l'effetto di esempio, sia perché nel gruppo degli sfruttatori internazionali ci sono anche aziende italiane, come la Telecom in Bolivia.
Se ne è parlato a una proiezione del bel documentario di Fulvio Grimaldi "l'asse del bene", girato in vari paesi dell'America latina, con tappe tra i forajidos, "quelli che scacciano tutti", dell'Ecuador o a Cochabamba della rivolta per l'acqua e del grandioso "me cago en la propriedad privada". Secondo Grimaldi l'Italia di oggi, con questo misto di smarrimento, assuefazione e rassegnazione, assomiglia all'Argentina di fine secolo scorso. Dopo la dittatura dei militari, dal 1976 al 1983, c'è stato un lungo periodo di dominio delle oligarchie con l'applicazione del neoliberismo friedmaniano, con la consueta ricetta di privatizzazioni, smantellamento dello stato sociale e depauperamento della popolazione a beneficio di pochi. Improvvisamente, a fine 2001, l'Argentina si è risvegliata, con i popolo dei cacerolazos, centinaia di migliaia di persone che ha detto di no alla svendita del paese, riprendendosi le piazze e poi il paese. Ma questo risveglio, sia pure improvviso, è stato preparato da piccoli focolai di resistenza, di lotta o di cultura: proiezioni, letture di poesie, occupazioni o blocchi stradali. Tutto ciò ha preparato quel paese al risveglio.
L'Italia, secondo Grimaldi, è nella fase antecedente al risveglio, ma deve cominciarsi a preparare alla nuova fase.
La militarizzazione del paese, le minacce di nuove Bolzaneto o Chiaiano in caso di proteste, leggi liberticide o operazioni finanziarie ai danni della popolazione, sono cose che l'America Latina ha già affrontato ed è riuscita a battere. L'Italia deve provarci.
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