"[...] nel nostro inseguimento di Pil, oggi non produciamo solo ciò che è, o può essere, utile; ma produciamo enormi quantitativi di cose inutili, quando non decisamente dannose. Merci deliberatamente destinate a durare poco, e ad essere sostituite il più spesso possibile: è un fatto che già negli anni Novanta André Gorz sottolineava, criticando l'iperproduttivismo imperante, che lui riteneva responsabile anche del crescente squilibrio finanziario. Merci durevoli significherebbero un forte risparmio di energia e di altre materie prime, oltre a una notevole riduzione di rifiuti. Lo stesso vale per la smisurata produzione di contenitori di solito destinati a un uso che va dal supermercato alla discarica. Ma forse lo spreco più dannoso, è l'eccesso di riscaldamento e di refrigerazione degli interni: pensi che risparmio, se d'inverno non si superassero i 20-22 gradi, e d'estate si stesse entro i 27-28°. In tutto il mondo."
(Carla Ravaioli)
Ricapitolando:
1) merci non durevoli
2) involucri e contenitori monouso
3) riscaldamento e refrigerazione degli interni
E un altro pezzo dello stesso articolo:
"vietare la plastica nei supermercati, non risolverebbe, ma se ad esempio il divieto fosse di produzione, prima che di uso, e si riferisse non solo ai contenitori dei supermercati, ma a tutto quanto oggi, nel mondo, è "fatto" di plastica , a qualcosa servirebbe. Posso limitarmi a citare a mo' d'esempio l'usa-e-getta (piatti, bicchieri, bottiglie, vasetti, ecc.); o anche oggetti destinati a prestazioni più durature (vedi tavoli e sedie di bar, caffè, tavole calde, gelaterie, ecc., anch'essi ormai in tutto il mondo - eccettuati locali superlusso - tutti di plastica)"
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