Wolf Bukowski è un valente contributore del blog Giap dei Wu Ming. Ha scritto (almeno) due libri, "la danza delle mozzarelle", con la dentatura di Farinetti in copertina, sulla retorica mistificatrice del cibo presuntamente sano e di qualità che porta grandi profitti, e "la santa crociata del porco". Nonostante mi interessasse di più il primo, mi è capitato di leggere prima il secondo, che si è rivelato comunque una vera miniera di spunti, di cui raccoglierò qui qualcuno dei più interessanti.
Il libro è diviso in tre parti, chiamate rispettivamente "il maiale imposto", "il maiale negato" e "il maiale sterminato".
Le prime due parti sono sulla cronaca recente, mancata integrazione, pregiudizi di razza e religione, intolleranza.
Ad esempio, l'odio e i pregiudizi di apparentemente mansuete persone comuni "sono sintomo del vuoto, di sofferenza non riconosciuta e delle enormi difficoltà che si hanno [...] in una società ostile, che si finge amica [...] solo per nascondere l'odio verso l'umano che la pervade."(p. 23)
Ma è la terza parte la più ricca:
"35 maiali uccisi al secondo, 2000 al minuto, 125 mila al giorno, un miliardo e cento all'anno.
prosciutti, costoline, lonza, guanciale e pancetta; e lardo, sugna e strutto; e ingredienti per caramelle, capsule, pastiglie, birre; e componenti per armamenti, valvole cardiache, carta fotografica; tessuti e filtri di sigarette, lubrificanti; e bio-diesel e saponi, vernici, candele, shampoo e balsamo, dentifricio, pennelli e fertilizzanti, medicinali; e poi di nuovo wurstel e salsicce e ciccioli e patè; e alimenti per animali d'affezione e da reddito, pesci compresi, compresi maiali" (pp. 119, 120)
"Il 70% della superficie agricola utile mondiale è impegnata per le esigenze degli allevamenti" (p. 128)
"Ma il mercato [...] non è che l'altro nome del capitalismo che deruba, espropria, avvelena, impoverisce, uccide, e che fonda il proprio successo globale sul farlo efficacemente." (p. 130)
"Il consumatore. Le strutture economiche ne plasmano l'immaginario e ne orientano il gusto; il suo potere d'acquisto è sempre più modesto, e la riorganizzazione urbanistica della vita cittadina attorno alle esigenze delle catene commerciali fa il resto." (p.133)
La lotta per l'emancipazione degli sfruttati sarà "una cosa oscura, senza pregio, una cosa facile da mettere alla berlina, da disprezzare; una cosa tutt'altro che attraente, visto che reca le sembianze della vendetta e dell'odio" (da "la giungla", upton sinclair) (p.143)
"E' la disuguaglianza ad alimentare il mercato; è il furto ai danni dei più deboli (di tempo, di risorse, di vita) a consentire l'accumulazione e il profitto" (145-146)
"il macello, come il capitalismo [...] preleva vita: dalle bestie che vi sono condotte, dai lavoratori che le smembrano, dal pianeta cui sottrae energia, acqua, granaglie e legumi. Restituisce morte, preceduta da lunghe soffrenze, agli animali: sfruttamento e malattie professionali agli umani [...]; insieme a laghi tossici di deiezioni, monoculture di mais e soia in luogo di foreste, gas serra, pandemie e batteri antibiotico-resistenti, il devastante spostarsi tra continenti di mangimi, corpi semilavorati e prodotti finiti, la distruzione di economie locali più sostenibili e delle vite che esse alimentavano, dumping ambientale e salariale nonché nocività di ogni genere - non ultime quelle incarnate dai suoi stessi prodotti". (p. 159)
Il libro è diviso in tre parti, chiamate rispettivamente "il maiale imposto", "il maiale negato" e "il maiale sterminato".
Le prime due parti sono sulla cronaca recente, mancata integrazione, pregiudizi di razza e religione, intolleranza.
Ad esempio, l'odio e i pregiudizi di apparentemente mansuete persone comuni "sono sintomo del vuoto, di sofferenza non riconosciuta e delle enormi difficoltà che si hanno [...] in una società ostile, che si finge amica [...] solo per nascondere l'odio verso l'umano che la pervade."(p. 23)
Ma è la terza parte la più ricca:
"35 maiali uccisi al secondo, 2000 al minuto, 125 mila al giorno, un miliardo e cento all'anno.
prosciutti, costoline, lonza, guanciale e pancetta; e lardo, sugna e strutto; e ingredienti per caramelle, capsule, pastiglie, birre; e componenti per armamenti, valvole cardiache, carta fotografica; tessuti e filtri di sigarette, lubrificanti; e bio-diesel e saponi, vernici, candele, shampoo e balsamo, dentifricio, pennelli e fertilizzanti, medicinali; e poi di nuovo wurstel e salsicce e ciccioli e patè; e alimenti per animali d'affezione e da reddito, pesci compresi, compresi maiali" (pp. 119, 120)
"Il 70% della superficie agricola utile mondiale è impegnata per le esigenze degli allevamenti" (p. 128)
"Ma il mercato [...] non è che l'altro nome del capitalismo che deruba, espropria, avvelena, impoverisce, uccide, e che fonda il proprio successo globale sul farlo efficacemente." (p. 130)
"Il consumatore. Le strutture economiche ne plasmano l'immaginario e ne orientano il gusto; il suo potere d'acquisto è sempre più modesto, e la riorganizzazione urbanistica della vita cittadina attorno alle esigenze delle catene commerciali fa il resto." (p.133)
La lotta per l'emancipazione degli sfruttati sarà "una cosa oscura, senza pregio, una cosa facile da mettere alla berlina, da disprezzare; una cosa tutt'altro che attraente, visto che reca le sembianze della vendetta e dell'odio" (da "la giungla", upton sinclair) (p.143)
"E' la disuguaglianza ad alimentare il mercato; è il furto ai danni dei più deboli (di tempo, di risorse, di vita) a consentire l'accumulazione e il profitto" (145-146)
"il macello, come il capitalismo [...] preleva vita: dalle bestie che vi sono condotte, dai lavoratori che le smembrano, dal pianeta cui sottrae energia, acqua, granaglie e legumi. Restituisce morte, preceduta da lunghe soffrenze, agli animali: sfruttamento e malattie professionali agli umani [...]; insieme a laghi tossici di deiezioni, monoculture di mais e soia in luogo di foreste, gas serra, pandemie e batteri antibiotico-resistenti, il devastante spostarsi tra continenti di mangimi, corpi semilavorati e prodotti finiti, la distruzione di economie locali più sostenibili e delle vite che esse alimentavano, dumping ambientale e salariale nonché nocività di ogni genere - non ultime quelle incarnate dai suoi stessi prodotti". (p. 159)