Alberto Grifi è uno dei maggiori registi "sperimentali" italiani. Poiché è complicato provare a dare una definizione di cinema sperimentale, è più esplicativo parlare del film che ho visto ieri, che poi è il suo più famoso. "Anna" è un film del 1972-75, dura quasi 4 ore, è stato girato con uno dei primi videoregistratori e poi riversato in pellicola grazie a metodi piuttosto ingegnosi, inventati dallo stesso Grifi. Il film era partito come film di denuncia (tradizionale, con un'abbozzo di sceneggiatura) sulla vita di una ragazza sedicenne incinta che viveva per strada intorno a piazza navona, conosciuta dal coautore Massimo Sarchielli.
Ben presto però è stato chiaro che cercare di rappresentare il vero utilizzando la finzione, per di più con una sceneggiatura calata dall'alto e da un punto di vista esterno, con un occhio pietoso e voyeuristico, avrebbe portato il film a un completo fallimento.
Le maestranze allora prendono via via possesso del progetto film, fino al momento cruciale in cui Vincenzo, l'elettricista della troupe, esce dal suo ruolo di forza lavoro passiva ed entra in campo, dichiarando il suo amore per Anna, diventando il protagonista e compiendo un gesto rivoluzionario di ribellione al potere, replica di quello esistente nella società, rappresentato da regista e sceneggiatore. A quel punto il film smette di essere di finzione, la sceneggiatura viene buttata e si filma soltanto la vita reale: la storia di Anna e Vincenzo, ma anche spaccati della generazione post '68.
Alla fine del film è stato proiettato un breve filmato d'epoca in cui Grifi racconta la fine di Vincenzo: accoltellato durante una rissa da Claudio Volontè, attore e fratello di Gian Maria.
Il film è raro e difficile da vedere (l'audio è pessimo), ma è eccezionale.
Grifi e Sarchielli erano presenti alla proiezione e faceva uno strano effetto vederli da vecchi quando nel film erano giovani ed è difficile immaginare invecchiati gli autori di un film così.
L'occasione era un premio alla carriera di Grifi da parte della festa del cinema di Roma. Grifi infatti ha problemi economici e di salute, è anche in corso una campagna per fargli ottenere i benefici della legge Bacchelli.
Si merita entrambe le cose.
Update, frase di Grifi sentita oggi alla radio:
"Realizza i desideri" era uno slogan situazionista, adesso è uno slogan della Rinascente.
2 commenti:
In bocca al lupo.
Anche se a me non piacciono né bon jovi né le cover band.
ho appena finito di vedere il film di cui hai scritto, e sono capitato qui proprio inseguendo qualche notizia sulla pellicola. sono d'accordo su ogni virgola che hai scritto.
Posta un commento