La questione aperta tra manifesto e cgil a seguito della gaffe del primo maggio è piuttosto imbarazzante per chi, come me, è sia iscritto alla cgil sia abbonato al manifesto.
Riassumo brevemente i fatti: il primo maggio è uscito sul manifesto un inserto di quattro pagine sul lavoro in cui due pagine erano a cura del coordinamento di precari May Day. In queste due pagine apparivano tra gli articoli due finte pubblicità, realizzate nello stile delle pubblicità vere con la tecnica del subadvertising, una di wind e, appunto, una della cgil in cui era scritto: "Ci fingeremo paladini dei precari e continueremo a non far nulla per loro ? Puoi contarci".
La cgil, come è ovvio, non ha gradito e sta meditando due possibili risposte: forti azioni legali oppure l'invito a ritirare gli abbonamenti al quotidiano.
Il manifesto ha ammesso che è stato commesso l'errore di non mostrare chiaramente che le pagine erano gestite da terzi e non direttamente dalla redazione.
In effetti non era facile accorgersene. Io ho guardato la pubblicità trovandola un po' strana ma senza pensarci troppo, ho apprezzato l'idea della testata del precariato "city of gods", con il logo della free-press e il riferimento a zè pequeno e non ho letto gli articoli. Il punto è che dopo aver letto a pagina uno dell'inserto l'imperdibile intervista a Vittorio Foa, classe 1910 e monumento vivente della sinistra italiana, qualunque cosa sarebbe sembrata ininteressante.
Fermo restando l'errore del manifesto, bisogna dire che non è isolata l'opinione che la cgil non abbia ancora trovato un modo efficace per appoggiare le lotte dei precari. Ed è urgente che le trovi al più presto, visto che con la legislazione vigente i precari sono destinati ad aumentare.
Intanto lo stesso giorno il segretario generale della cgil si esibiva in una inattesa e inspiegabile genuflessione al vaticano criticando le tranquille battute di Andrea Rivera.
Quindi auspicherei che la cgil accettasse le scuse del manifesto e non procedesse a ritorsioni, viste anche le precarie condizioni finanziarie del giornale.
Anche perché in caso contrario potremmo procedere a una dolorosa contromisura di protesta: il ritiro dell'iscrizione alla cgil.
3 commenti:
E come darti torto, soprattutto sulla "inattesa e inspiegabile genuflessione al vaticano"?
Che tristezza...
Tristezza si! ma l'arte della genuflessione per i segretari cgil non è una novità.Purtroppo.
Oddio, non è che la pubblicità fosse poi così peregrina...
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