04 agosto 2007

bergman e antonioni

Per una strana coincidenza se ne sono andati lo stesso giorno o forse in giorni diversi ma a meno di 24 ore.
Ma si erano ritirati dal cinema da molti anni.
Di Bergman ricordo quando uscì Fanny e Alexander, la trasmissione in tv (spezzata in due giorni) subito dopo fu un evento, ma mi pare che non arrivai alla fine.
Di Antonioni ricordo quando da piccolo uscì "identificazione di una donna", di cui mi stupì molto sapere che il protagonista era Tomas Milian, di cui sarebbe uscito a breve "delitto al ristorante cinese". Finché non ho visto il film, da grande, ho sempre pensato che il commissario Giraldi fosse stato trapiantato in un film di Antonioni.
Quando uscì "al di la delle nuvole" lo andai a vedere al cinema, ma mi sembrò (e così a gran parte di pubblico e critica) che Antonioni non era più lui, anche se non stava bene dirlo.
Ma ho conosciuto veramente il loro cinema quando, a una ventina d'anni, mi sono fatto prendere da una specie di bulimia per il cinema d'autore. Guardavo i loro film in televisione, a orari assurdi oppure massacrati dalla pubblicità, su fuori orario di raitre o su retequattro. Zabriskie Point l'ho visto una domenica pomeriggio su telemontecarlo, nelle nebbie del segnale disturbato. Fecero anche il telegiornale a metà film. Raramente mi concedevo il lusso dell'azzurro scipioni di Agosti e delle monografie del castoro (poi le avrebbe ristampate l'unità, ma all'epoca erano piuttosto costose). Approfittai della breve ma proficua stagione di telepiù uno in chiaro, che per qualche mese trasmetteva 4 capolavori del cinema al giorno. In quelle condizioni precarie e per la giovane età, i due maestri dovettero sembrarmi ostici anche se di Bergman mi ricordo che apprezzai molto le commedie giocose, come "sorrisi di una notte d'estate" o "l'occhio del diavolo".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oltre ai Castori ad un prezzo abboradabile, L'Unità diede la possibilità - dovevano essere i primi anni '90 - di conoscere quello che secondo me è il miglior film di Antonioni, "Blow up".

conteoliver ha detto...

Infatti. Era direttore Veltroni, mi ricordo, che spingeva molto sul gadget culturale (come regista mancato, dicevano i maligni).