19 dicembre 2007

partenze


Può capitare, circa una volta o due all'anno, di poter sfuggire alla gabbia delle otto ore (più pausa pranzo) al giorno, delle quaranta ore a settimana, di tutti i giorni lavorativi dell'anno, esclusi ventitre e i permessi ex-festività.

Spero di incontrare il MST e di approfondire la MPB.
Ci risentiamo il 20 gennaio, quando torno, o forse prima.

14 dicembre 2007

Il writer giustiziere del pigneto e la mobilità insostenibile

Da qualche tempo al pigneto, quartiere cool-ma-neanche-tanto dove abito, alcune automobili vengono marchiate con la inequivocabilmente dispregiativa scritta "shit".


Il pigneto, per chi non lo conosce, è un quartiere ex-popolare promosso, mediante la pedonalizzazione di una strada, a ennesimo quartiere del divertimento della roma veltroniana, dove però il divertimento è inteso quasi unicamente come consumo di cibi e bevande, purché effettuato nei locali istituzionali: difatti i phone center che di straforo vendevano una bottiglia di peroni da 66 cl a un paio di euro, molto apprezzati dai tanti che non volevano spendere i 5 o 6 richiesti per una bevanda simile in un bar/enoteca/wine bar/libreria bar trendy con tavolini, sono stati colpiti prima con ordinanze ad hoc, poi con veri e propri blitz.
L'estate scorsa la folla e il rumore hanno causato sentimenti di intolleranza da parte dei vecchi residenti.

L'altro motivo di intolleranza era la presenza di immigrati, probabilmente con contratti d'affitto in nero, e stipati in gran numero in appartamenti (o locali con uscita sulla strada) fatiscenti. Suscitava grande riprovazione, ad esempio, un gruppo di arabi che di sera portava in strada una branda con materasso su cui si sedevano e chiacchieravano. Offendevano il decoro, a detta di qualcuno. Per me era un passatempo innocuo e anche ecologico, peggio sarebbe stato restare in casa, fuori dalla vista degli impressionabili vicini ma magari con un ventilatore o condizionatore acceso di continuo.
Qualcuno ha efficacemente fuso le due intolleranze, lanciando dell'acido (in realtà detersivo o stura-lavandini, non è chiaro) dalla finestra verso un passante, che ha riportato serie ustioni e si è salvato solo per la prontezza di lanciarsi sotto il getto di una fontanella.
Il gesto è stato, giustamente, sanzionato dall'autorità giudiziaria, ma non troppo deplorato dai cittadini del quartiere, che al contrario cercano di emularlo (si veda la foto in basso).


Tornando alle scritte sull'automobile, la riflessione che segue è basata su due assunzioni.
La prima, che le scritte siano fatte realmente nel quartiere, in fondo ha poca rilevanza.
La seconda è che le scritte siano causate da comportamenti disapprovabili (un parcheggio o una manovra non secondo norma). In teoria potrebbero essere un atto di vandalismo indipendente dall’oggetto danneggiato oppure una protesta contro il mero possesso dell’automobile (ma i modelli imbrattati che ho visto sono tutt’altro che di lusso).

Mi sono chiesto un attimo cosa penserei se succedesse a me. Nonostante io ritenga che l'automobile sia solo un oggetto di metallo e plastica la cui unica funzione è portarmi in giro, forse non sarei contentissimo di avere quella scritta sulla macchina.
Ma non posso sinceramente dire di essere immune dal rischio. Il 90% delle volte riesco a parcheggiare correttamente, il restante 10%, specie se devo fermarmi per poco, ho pacchi da scaricare, ho già fatto molti giri infruttuosi in cerca di parcheggio, parcheggio un po' in deroga alle norme e alla correttezza.
La stessa cosa succede per le norme di marcia.
Per quanto riguarda l'uso dell'automobile, in genere faccio un’analisi di qualche secondo sulla possibilità di prendere il mezzo pubblico e decido la cosa più conveniente: salvo qualche destinazione in centro il risultato è sempre che mi conviene usare la macchina. Chiunque abita a Roma sa che i mezzi pubblici passano a frequenze imprevedibili, generalmente pieni, sicuramente scomodi e lenti.
Ma, senza tirare in ballo i guidatori ancora più scorretti, è a causa di tutti i guidatori "medi" come me se l'italia è il paese che, secondo una statistica diffusa pochi giorni fa dall'unione europea, utilizza di più il mezzo privato, a parte il Lussemburgo.
Però gli automobilisti impongono il loro stile di vita, insostenibile sotto molti punti di vista, anche a chi automobilista non è.
E in questa situazione, fenomeni di resistenza come quelli del nostro writer saranno sempre più diffusi.

12 dicembre 2007

mala stampa

E' noto che leggendo tra le righe "la repubblica" è possibile dedurre informazioni sugli affari, noti e meno noti, del suo editore, che evidentemente non si occupa solo di editoria ma, come quasi tutti i grossi finanzieri d'Italia, spazia senza problemi tra tutti i settori d'impresa.
Così ad esempio i vari articoli su eventuali problemi energetici dell'italia, possibili black out, tagli del gas russo o algerino, assieme a quelli denigratori dei movimenti ecologisti, sono funzionali all'affare della costruzione di nuove centrali, da quella di Modugno alla turbogas di Aprilia.
Mentre gli articoli reiterati sullo sfascio di Alitalia, assieme alla benedizione di questi giorni alla cordata Air One più banche, lascia pensare che "l'ingegnere" in qualche modo faccia parte dell'affare.
E' anche noto che "la repubblica" sia piena di errori. Quello su "il grano e il loglio" diventato "il grano e l'olio" meritò un dibattito interno con un po' di piaggeria, ma i lettori sanno che se ne possono trovare tutti i giorni.
L'edizione on line accentua queste caratteristiche, sia perché i suoi sono scripta che in realtà "non manent", visto che possono essere corretti o cancellati in ogni momento e non c'è generalmente modo di ritrovare la versione originale, ma intanto un titolo ad effetto, poi cancellato, può aver contribuito a suggestionare molti lettori distratti, sia perché in generale nelle edizioni on line è possibile impiegare personale meno esperto, meno preparato, peggio pagato rispetto al quotidiano cartaceo.

I due esempi che riporto di seguito, notati stasera a pochi minuti l'uno dall'altro, sembrano troppo vistosi per essere classificati come errori tout court, ma d'altra parte non è facile trovare una finalità per interpretarli come supporto agli affari dell'editore. Ci si può vedere al limite, ma comunque non me ne spiego il motivo, il mostrare come allarmanti fatti che in realtà non lo sono.

Il primo riguarda la questione dello sciopero dei tir. Si dice, con molta enfasi, che nel paese manca la benzina e i supermercati hanno gli scaffali vuoti.
Se per la benzina posso capire che la gente si sia suggestionata e sia corsa a fare il pieno creando eccezionali code al distributore, la notizia dei supermercati vuoti onestamente mi sembra campata in aria.
Ovviamente non posso aver controllato tutti i supermercati d'Italia e può darsi che da qualche parte ci siano davvero dei supermercati con gli scaffali vuoti. Ma se ci sono, invito a fotografarli e mandare le foto a "repubblica", visto che ha dovuto inserire una foto di un supermercato francese, risalente chissà a quando, nella sua fotogallery (quelle che usualmente mostrano foto di calendari, streaker e installazioni di Spencer Tunick).

Il secondo è una notizia sulla crescita del tasso euribor a un mese. La crescita del tasso negli ultimi mesi è senz'altro allarmante e dannosa per chi ha fatto il pessimo affare di accendere un mutuo a tasso variabile, specie se ha fatto anche l'altro pessimo affare di comprare una casa a un prezzo molto sopravvalutato dalla speculazione immobiliare degli anni scorsi. Che bisogno c'è allora di scrivere che oggi è salito al 4,923% rispetto al 4,98% di lunedì visto che (credo si insegni alla scuola media) 4,923 è meno di 4,98 ?

04 dicembre 2007

Chi paga il biglietto di Ryanair

Il “sistema Ryanair”, rappresenta "la faccia irresponsabile del capitalismo" (Ian Pearson, ministro dell’ambiente inglese). E se lo dice, in un paese già vittima del thatcherismo, un ministro appartenente al governo new labour in carica, che ha un'idea tutt'altro che negativa del capitalismo, è ancora più indicativo.
Ryanair ovviamente è solo il nome più famoso, ma decine di compagnie low cost agiscono (e lucrano) allo stesso modo.

Nel video invece c'è la nota (fuori dall'Italia) inchiesta di channel four in cui due giornaliste hanno passato 5 mesi come assistenti di volo ryanair, passando dalla formazione ai voli.
In Italia c'è stato il silenzio quasi totale, ma, come è successo per "Sex Crimes and the Vatican", si può vedere (in inglese) su youtube e, magari, divulgare.



C'è un esaustivo memoriale che illustra tutti gli aspetti del sistema ryanair : l'inquinamento, il precariato, la sicurezza, le sovvenzioni.

I commentatori hanno detto che il memoriale non è granché. E' preferibile quindi guardare prima il video.

Aggiornamento:
sulla presunta crisi di ryanair del luglio 2008, dico qualcosa qui.