26 settembre 2014

Renzi e il centralismo democratico

C'è un mio amico, militante del Pci, Pds, Ds, Pd senza soluzione di continuità, che ha continuato ad applicare il centralismo democratico senza che nessuno glielo chiedesse.
E' sempre stato allineato al segretario in carica. Per questo cito questo suo scritto di ieri. Per riportare l'opinione di uno che ci crede davvero, non di un opportunista prezzolato.
E per conservarlo e farglielo vedere quando Renzi sarà caduto e comincerà il tiro al piccione.

mi chiedevi del perché dell'attacco furibondo di De Bortoli nell'editoriale di ieri sul Corsera. E ti ho risposto, sibillino, Renzi vuole sconfiggere le caste e le corporazioni di questo paese che da 40 anni lo tengono in ostaggio. Ha iniziato con la riforma costituzionale del senato e del sistema elettorale, ha continuato mettendo un limite agli stipendi dei dirigenti pubblici, ha tolto 150 milioni dal bilancio di quella vergogna chiamata RAI, ha sfanculato in diretta quella merda "umana" di Beppe Grillo, ha abbassato le tasse ad 11 milioni di lavoratori dipendenti del 5 % annuo, prima volta in tutta la storia di europa del dopoguerra, assumerà 150.000 precari nel mondo della scuola, salvato il Comune di Roma dalla bancarotta, e sta trattando e combattendo in Europa per rivedere l'applicabilità del limite del 3 % nel rapporto deficit/pil. Però, però sta affondando il suo coltello anche verso quei e veri e propri parassiti dei capitalisti italiani che dalla metà degli anni 60, ovvero da 50 anni a questa parte, hanno smesso di investire sul loro paese ciucciando vergognosamente la tetta del bilancio statale. Da qui l'attacco frontale della gazzetta ufficiale di Confindustria.

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