11 maggio 2016

Se Roma piange, Milano non ride

Leggo su the towner, un interessante sito "about cities", dicono loro, in cui ci sono articoli belli anche se un po' troppo convinti di esserlo, scritti da giovani che speriamo siano pagati, un reportage sul bagno di folla per l'inaugurazione del centro commerciale di Arese, dove un tempo si costruivano le Alfa Romeo.
Milano ultimamente ha imparato a mettersi in fila dappertutto per ore e ore, come per la Expo di cui ancora non ci hanno comunicato quanto è costata.
E Roma? Per ora sembra resistere alla tentazione di mettersi in fila a vuoto, ma la sua situazione è piuttosto disperata: un articolo, super condiviso sui social, di Christian Raimo ne registra lucidamente lo stato attuale.
Da notare anche una risposta polemica all'articolo di Raimo. Libernazione, non confondetevi con il vecchio quotidiano di Rifondazione Comunista, è un blog collettivo molto polemista e molto liberista, dove non è chiaro se Raimo non gli sia simpatico o è semplicemente la vittima della polemica del giorno.
UPDATE 17 maggio
Altra risposta sullo stesso registro, proveniente dall'area del sole 24 ore con identico messaggio di fondo (l'imprenditoria privata non va ostacolata), curiosamente lo stesso richiamo arbitrario al vino biodinamico che nessuno ha citato in origine e gli stessi luoghi comuni (okkupare con la k, sgrammaticature romanesche al punto giusto) .

22 aprile 2016

Centrali nucleari dietro l'angolo e inquinamento

A chi straparla di "centrali nucleari dietro l'angolo" e "tanto acquistiamo l'energia nucleare da Francia e Germania", e ce ne sono stati tanti durante la campagna elettorale del referendum sulle trivelle, chiederei, cartina delle zone più inquinate d'Italia alla mano, se fa differenza vivere esattamente in una di quelle zone o un po' più lontano.



Già che ci siamo, ecco la cantina delle zone più inquinate del mondo.

16 aprile 2016

Un sì contro le lobby petrolifere

E anche contro quelle che sono al governo.
Poi ci sarà il referendum contro la "deforma" costituzionale (lì bisognerà votare no, ma ci sarà tempo di riparlarne), e si stanno raccogliendo le firme per quattro referendum contro la "cattiva scuola", tre contro il jobs act, due contro la pessima legge elettorale Italicum.

Tanti referendum, forse troppi, ma tanti sono anche i danni fatti da questo governo micidiale.

03 gennaio 2016

zanardi


A quanto scrivono alcuni, wikipedia è un ricettacolo di imprecisioni, approssimazione, burle e faziosità politica. Descrizione piuttosto esagerata e inesatta. Wikipedia va sicuramente saputa usare. Un esempio secondo me perfetto dell'utilità di wikipedia è l'elenco degli episodi di Zanardi (Andrea Pazienza, immagino che chi arriva qui non ha bisogno della precisazione). Se lo aveste cercato fino a dieci anni fa, sul web o su carta, non lo avreste trovato di sicuro. In compenso le prefazioni dei volumi abbondavano di rinunciabili esegesi sullo Zanardi specchio dei tempi burrascosi (anni '70) oppure, alla bisogna, della fine delle utopie (anni '80). Frasi simili le trovate anche sulla pagina wikipedia, per fortuna, poi c'è anche l'elenco completo (e se non lo fosse, questo è il bello, potete completarlo o correggerlo voi). I tag in corsivo però sono miei, per ricordare quali ho e quali mi mancano.

    Giallo scolastico (Frigidaire, n. 5, marzo 1981)
 clubbino, gatto sventrato, preside
    Pacco (Frigidaire, n. 11, ottobre 1981)
in campeggio a San Menaio
    Verde matematico (Frigidaire n. 15, febbraio/marzo 1982)
artiglio, la figlia del farmacista
    Notte di carnevale (Frigidaire, nn. 18-20-23, maggio-luglio-novembre 1982)
collegio, fuoco
    La proprietà transitiva dell'uguaglianza (prologo realizzato per il volume Zanardi, Primo Carnera Editore, febbraio 1983)
risiko
    Massimo Zanardi l'inesistente (Frigidaire, n. 29, aprile 1983)
lettere, cravatte (ma non sono due diverse quella delle lettere e quella delle cravatte ?)
    Lupi (Corto Maltese, n. 8, maggio 1984)
trappole, ricardo
    Zanardi. La prima delle tre (alter alter, numero 1/2, gennaio/febbraio 1985)
pazienza, mostro di firenze
    Prologo (Comic Art, n. 28, dicembre 1986)
bagno di notte
    Cuore di mamma (Comic Art, n. 28, dicembre 1986)
ricatto, compagna di scuola
    Cenerentola 1987 (Comic Art, nn. 29/31, gennaio/marzo 1987)
ramira, fratello
    Zanna (Comic Art, n. 32, aprile 1987)
muta, nota anche come "ma la vecchiezza è una Roma"
    Zanardi at the war (Comic Art, n. 36, settembre 1987)
guerra appunto
    Zanardi medioevale (Comic Art, nn. 37/39-42/43, ottobre/dicembre 1987-marzo/aprile 1988)
incompiuta
    Storiella bianca (Comic Art, n. 40, gennaio 1988)
neve, montagna, nonna
    La logica del fast-food (Comic Art, n. 41, febbraio 1988)
pici, trattoria
    Storiella inedita di Zanardi (breve storia pubblicato sul volume Paz, editore Einaudi, 1997)

17 dicembre 2015

roba da nerd

Non che mi senta molto nerd, ma se mi piacciono queste cose, temo di esserlo almeno un po'.


20 novembre 2015

Un paio di cose ragionevoli sugli attentati del venerdì 13

A distanza di una settimana, quando in giro si è sentito veramente di tutto, si comincia a vedere qualche ragionamento ben fatto.
Un video di Why Maps su storia del colonialismo in medio oriente e una buona riflessione di Gilioli. Nella categoria complottismo letterario, notare il commento dell'utente berluscameno nella seconda pagina dei commenti.

01 novembre 2015

Qualche consigliere comunale di Roma (e qualche commissario) da ricordare

L'Expo di Milano è finalmente finita, e in singolare coincidenza, è anche finito il mandato del sindaco di Roma, Ignazio Marino.
Prevedo che ora, in vista anche delle prossime elezioni comunali, Milano cesserà gradualmente di essere definita "capitale morale" e la città dove sembra funzioni tutto, mentre Roma ricomincerà ad essere "la capitale della cristianità, dell'Italia e del mondo", perché magicamente tutto, grazie al commissario, al dream team di Renzi e alla benedizione del vaticano, del resto padrone di grande quantità di immobili e business della città, tornerà di nuovo a funzionare.

Poiché la macchina della (dis)informazione, in crisi di vendite ma non di teste manipolate, ha raggiunto vette mai esplorate prima, provo a dare un contributo informativo: pubblico qui un paio di notizie poco diffuse, che in futuro potrebbero scomparire per sempre o, all'occorrenza, riuscire come nuove.

Una è una notizia del 2011, diffusa dall'Unità (che non era ancora il bollettino renziano di oggi) su un non memorabile atto del neo-commissario Tronca:

"I fatti, documentati da un’inchiesta interna, risalgono all’11 maggio, quando allo stadio Olimpico della Capitale, si gioca Roma-Inter per la coppa Italia. E’ l’occasione nella quale autista e mezzo di soccorso vengono distolti dal servizio per essere utilizzati come Ncc, noleggio con conducente ma gratuito, per accompagnare il figlio del dottor Francesco Paolo Tronca e un’altra persona a un incontro di calcio".

La seconda è l'elenco dei consiglieri comunali che hanno sfiduciato Marino senza passare per un dibattito nell'aula consiliare, 19 del PD, si dice con la minaccia della mancata ricandidatura, altri 7 raccattati qua e là, si dice con l'unico scrupolo di non includere l'impresentabile ex sindaco Alemanno e altri casi umani come i consiglieri meloniani e salviniani.
Ricordatevi dei loro nomi quando ci saranno prossime elezioni:
Fabrizio Panecaldo, Valeria Baglio, Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Athos De Luca, Michela Di Biase*, Cecilia Fannunza, Alfredo Ferrari, Valentina Grippo, Liliana Mannocchi, Dario Nanni, Marco Palumbo, Giovanni Paris, Laura Pastore, Ilaria Piccolo, Maurizio Policastro, Antonio Stampete, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi  (Partito Democratico);
Svetlana Celli (Lista civica di Marino!), Daniele Parrucci  (Centro democratico), Roberto Cantiani (Ncd)  Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (fittiani, qualunque cosa significhi), Alfio Marchini e Alessandro Onorato (diretta emanazione di Arfio).
*moglie di Franceschini

In ogni caso, Marino, a parte la maniera ignobile con cui è stato fatto fuori, non lascerà grossi rimpianti come sindaco: del tutto allineato con i poteri forti,  ha sgomberato e combattuto centri sociali, movimenti per la casa ed esperienze dal basso e si è schierato quasi sempre dalla parte sbagliata, in questo senso sono memorabili le sue esternazioni in occasione della chiusura per assemblea del Colosseo.

23 ottobre 2015

I biglietti per l'Expo te li tirano dietro

L'esposizione di Milano sta finendo in un tripudio di file e padiglioni imperdibili che si possono vedere solo se si aspetta otto ore in piedi.
I giornali a reti unificate ci informano di tutto ciò, ma non ci dicono una informazione molto importante, che in buona parte spiega le file: che i biglietti per l'Expo pochi li pagano a prezzo pieno. La maggior parte della gente entra con promozioni varie, aziendali o personali, o semplicemente gratis.


Per il resto, temo che di Expo ci rimarranno solo i debiti, rovine dimenticate nel nord milano e un bel po’ di strascichi giudiziari.

18 ottobre 2015

David Foster Wallace


Chiunque giudichi Foster Wallace un genio letterario dovrebbe essere incluso nel Pantheon degli imbecilli. (Bret Easton Ellis)

Quello che succede di solito è che di David Foster Wallace si ignora tranquillamente per anni l'esistenza, poi piano piano il nome comincia a ricorrere, scritto anche da persone di cui vi fidate. Prima o poi vi capiterà di imbattervi in testi su di lui scritti nel suo stile, con tanto di note a pié di pagina, o di consigli da dove cominciare, ché sembra che se si comincia dal libro sbagliato il risultato può essere deludente.
Risultato, mi è venuta la curiosità ed eventualmente chiedermi come ho fatto a vivere tutti questi anni senza conoscere Wallace.
Come da indicazioni ho iniziato da Una cosa divertente che non farò mai più. L'origine è piuttosto nota. Wallace fu inviato dalla rivista Harper's su una crociera nei Caraibi per descrivere l'esperienza.
Ne è uscito un saggio brillantissimo in cui mette in evidenza le nevrosi e i tic della società consumistica americana inframezzi da infinite divagazioni su nevrosi e tic suoi e mille altri argomenti. Il risultato è molto divertente anche tenendo presente che l'argomento è di quelli che trovano facilmente condivisione in molti lettori, me compreso.
Ho trovato particolarmente istruttiva la notizia che la compagnia della crociera, così come tutti gli ufficiali, fossero greci: la Grecia viene rappresentato oggi nelle cronache come un paese economicamente disastrato, eppure una tassa patrimoniale sui super ricchi fu bocciata dalla trojka europea.
Una nota sulla traduzione,  realizzata anche da Francesco Piccolo, che conosciamo anche come sceneggiatore nei film di Nanni Moretti. Siccome pochi  nel 1998 sapevano cosa fosse il GPS,  è comprensibile tradurlo PSG. Però direi che il long island ice tea non fosse così sconosciuto, e tradurlo tè freddo long island fa pensare che sia appunto tè e non un cocktail. Dell'inopinata eliminazione del supposedly nella traduzione del titolo, che cambia totalmente il senso della frase (bastava tradurre "una cosa considerata divertente" oppure "teoricamente divertente), è probabilmente responsabile l'editore. Editore che nelle pagine finali si vanta di aver scoperto Wallace fuori dalla lingua inglese, ci racconta l'archetipico aneddoto per cui Wallace era diventato isterico dopo una settimana di uso di un cable tv da 1000 canali, perché continuava a fare zapping di continuo e quando si fermava perché aveva trovato un programma interessante, doveva riprendere subito per l'angoscia di perdere qualcosa di interessante su qualche altro canale. Ma non ci spiega perché ha sezionato in due "A supposedly fun thing" pubblicando solo uno dei saggi e lasciando gli altri in una pubblicazione successiva, per cui ha dovuto inventare il titolo di "Tennis, TV, Trigonometria, Tornado e altre cose divertenti che non farò mai più".
Che è poi il secondo che ho letto. E il motivo si capisce subito, perché i sei saggi contenuti non sono così brillanti e/o comprensibili al lettore italiano. Due del 1990 non hanno neanche le note. I più godibili sono i due sul tennis, con inevitabili riferimenti alla biografia dello scrittore che lo ha praticato agonisticamente a livello giovanile, un reportage dietro le quinte del set di Strade Perdute di David Lynch (Wallace è soprendentemente preparatissimo su Lynch e la sua prosa rende stridente la differenza con lo stile paludato dei critici cinematografici) e l'esilarante reportage sulla fiera agricola dell'Illinois che si estende a un trattato antropologico sull'abitante del midwest.
Quello sulla tv americana è invece troppo pieno di riferimenti per essere comprensibile a un lettore fuori dagli stati uniti.

Ho poi visto "The end of the tour", che in Italia dovrebbe uscire nel febbraio 2016, ma per strane cose che succedono nei cieli ho visto, doppiato in italiano, su un volo Iberia a fine dicembre 2015. Tratto dal testo di David Lipsky "Although of Course You End Up Becoming Yourself: A Road Trip With David Foster Wallace" (titolo molto alla Wallace), che in italiano è diventato più banalmente "Come diventare se stessi: David Foster Wallace si racconta". E' molto suggestivo pensare di andare a conoscere e parlare con il vero Wallace, ed è questo che si racconta nel film. Certo, non si può non pensare ai vari filtri: quello operato da Lipsky alle conversazioni su nastro, quello del film e quello della traduzione/doppiaggio. Wallace è mostrato con una persona molto profonda e riflessiva, con   stranezze e sbalzi d'umore un po' scontati. Neanche il personaggio di Lipsky sembra uscirne benissimo. Forse gli autori del film volevano mostrare che gli scrittori sono meno interessanti delle cose che scrivono.






12 ottobre 2015

Air France is here for you

E' notizia di oggi che cinque dipendenti di Air France sono stati arrestati a seguito della famosa aggressione ai manager, lasciati solo in cravatta e tablet.





Air France giorni fa mi ha scritto la seguente mail:

Dear Sir, Madam,   

I am sure that like all of us, you were shocked by the events that took place at the end of Air France’s Central Works Council meeting last Monday.   
What we all saw does not represent Air France.   
These violent acts were the work of isolated individuals and do not reflect the reality nor the ambition of your airline. Furthermore, these events did not disrupt our flights in any way.   
In a highly competitive world, Air France needs to take brave steps to ensure its future as a leading airline with global ambitions. As you've no doubt noticed when you travel with us, Air France is committed to an unprecedented transformation of its products and services.   
Our goal is simple: to offer you a high quality product, with a French touch that makes us stand out. We will continue to do this.   
We are doing all we can to earn your trust and look forward to welcoming you again soon on one of our flights.   

Frédéric Gagey and the teams at Air France


Pugno di ferro da un lato,  public relations dall'altro, per reagire a una rivolta che vorremmo vedere più spesso, anche da queste parti.

08 ottobre 2015

Tre cose

La radio la ascolto, intenzionalmente, piuttosto di rado e quando lo faccio, grazie al digitale, vado mirato sulle emittenti che mi interessano, radio onda rossa o radio 3.
Poi c'è l'ascolto involontario, i luoghi pubblici. In uno di questi casi ho purtroppo fatto la conoscenza di Luca Casciani di radio ti ricordi. Ero in un pullman navetta e l'autista mostrava di apprezzare molto la serie di battute razziste e fasciste del conduttore. Ho pensato con orrore che le opinioni nelle radio locali e nei network di musica leggera fossero tutte così. E questo spiegava il proliferare del razzismo, in rete e fuori.
Poi facendo una ricerca ho scoperto una realtà più rassicurante. ll tizio in questione non è rappresentativo dei programmi radiofonici, piuttosto è rappresentativo di una serie di figuri che purtroppo sono molto diffusi in Italia.

La vicenda dell'Expo di Milano, con la retorica patriottarda a reti unificate e l'impossibilità di esprimere dissenso mi ha fatto ricordare la stessa atmosfera in un altro grande evento del passato, i mondiali di calcio di Italia 90. Lì, eravamo condannati ad essere entusiasti, non si poteva parlare degli operai morti durante la costruzione degli stadi, né degli sprechi per costruire o ristrutturare male gli stadi. E non abbiamo neanche vinto. Per Italia 90 scrissero anche una brutta canzone come inno ufficiale, forse non brutta come l'inno di Allevi, ma segno che calcio e inni non vanno molto bene insieme.


Erano anni che non ero orgoglioso del governo del mio paese, massimo contributore per la ricostruzione del ponte di Mostar e unico contributore per la ricostruzione di questo palazzo in centro.



Nel 2000 dovevano essere altri tempi, la retorica della crisi non aveva corroso l'opinione pubblica. Sono convinto che oggi molti direbbero che non si possono spendere soldi per ricostruire un ponte all'estero quando c'è tanto da fare in Italia.

30 settembre 2015

Pietro Ingrao

Pietro Ingrao (1915-2015) è stato uno straordinario uomo politico e la sua morte ha prodotto qualche santificazione di rito e una serie di analisi anche molto critiche sulle molte sconfitte della sua storia politica che tra l'altro sono avvenute prima che io nascessi o quando portavo i pantaloni corti,a eccezione dell'ultima, e una delle più criticate, l'entrata nel PDS dopo la svolta occhettiana della Bolognina. Lì avevo già il diritto di voto e, non casualmente, fu l'unica volta che votai per il PDS o sue trasformazioni ulteriori.
Voglio però ricordarlo con un mio modesto contributo personale: una foto fatta da me il 20 ottobre 2007

e con la bellissima parabola di Brecht del sarto di Ulm che lui amava ripetere, raccontata da Luciana Castellina nel manifesto di ieri.


il sarto insi­steva che l’uomo avrebbe potuto volare, fin­ché, stufo, il vescovo prin­cipe di Ulm gli disse “prova” e que­sti si gettò dal cam­pa­nile con le fra­gili ali che si era costruito. E natu­ral­mente si sfra­cellò. Bre­cht però si chiede: chi aveva ragione, il sarto o il vescovo? Per­ché alla fine l’uomo ha volato. E’ la para­bola del comu­ni­smo: fino ad ora chi ha pro­vato a rea­liz­zarlo su terra si è sfra­cel­lato, ma alla fine, come è acca­duto con l’aviazione, ci riusciremo.


30 maggio 2015

Expo



Una storia dell'expo vista da un occhio non italiano.

UPDATE a Expo chiusa, 2 novembre 2015.

Dopo l'insostenibile grancassa, ecco le prime voci contrarie:

Il buio oltre le code: Expo tra debiti e banche alle costole  (da Il fatto quotidiano)

Expo 2015 l'ho fatto

Dietro l’Expo, il partito della Nazione  (da Il manifesto)

29 maggio 2015

Heysel

29 maggio 1985
"L'Heysel stava arrivando, com'è inevitabile che arrivi il Natale. Ciò che sorprese è che la causa di tutte quelle morti fu qualcosa di tanto innocuo quanto una carica, esercizio che almeno la metà dei giovani tifosi inglesi praticava, e che non aveva altro scopo se non quello di spaventare i tifosi avversari e di divertire chi correva. I tifosi della Juventus, molti dei quali erano uomini della media borghesia, non sapevano di quest'abitudine, e d'altronde perché mai avrebbero dovuto? Non conoscevano il complicato comportamento del pubblico inglese, che noialtri avevamo assorbito senza accorgercene. Quando videro una schiera di hooligan inglesi urlanti cominciare a correre verso di loro, si fecero prendere dal panico e si precipitarono verso l'estremità del loro settore. Crollò un muro, e nel caos che seguì la gente morì schiacciata. Fu un modo orribile di morire, e noi probabilmente, davanti alla TV, assistemmo a quelle morti: ricordiamo tutti quell'uomo robusto con la barba, assomigliante a Pavarotti, che con una mano cercava disperatamente un aiuto che nessuno riusciva a dargli. Alcuni dei tifosi del Liverpool arrestati più tardi devono essersi sentiti sinceramente sconcertati. In un certo senso, il loro reato era solo quello di essere inglesi: le abitudini della loro cultura, tolte dal loro contesto ed esportate in un luogo in cui non venivano capite, uccidevano le persone. (Nick Hornby - Fever Pitch -Febbre a 90°)"

Io ricordo che nel 1987, in vacanza studio, andai a vedere un Arsenal - Liverpool ad Highbury, che ora è stato demolito e ricostruito e si chiama Emirates Stadium.
Mi trovavo nel settore più economico, gli standing places, che costavano 8 sterline. Era
no delle gradinate in cui i gradini erano alti solo una decina di centimetri, in cui non ci si poteva sedere, ma quel leggero degrado consentiva a tutti di vedere stando in piedi.
Quando l'Arsenal segnò, partì un'altra scherzosa abitudine inglese: lo spettatore della fila sopra si buttava addosso a quello della fila sotto e il pubblico diventava una grande valanga.
Io ero nel panico, ma tutti gli altri sembravano divertirsi moltissimo.



Partite che ho visto allo stadio:

12 novembre 1978 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 0-0

15 agosto 1987 Londra, Highbury  - Arsenal - Liverpool 1-2

14 febbraio 1990  Roma, Stadio Flaminio - Roma - Juventus 3-2

20 agosto 1995 Istanbul, BJK İnönü Stadium   Besiktas - Genclerbirligi 2-2


21 febbraio 1999 - Roma, stadio_Olimpico - Lazio-Inter 1-0

6 ottobre 2013 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 0-0
 
16 febbraio 2014 -
Roma, stadio Olimpico - Roma - Sampdoria 3-0

18 marzo 2018 - Roma, stadio Olimpico - Lazio - Bologna 1-1

15 maggio 2019 - Roma, stadio Olimpico - Lazio - Atalanta 2-0
 
 
 
E quelle di rugby:

Italia-Australia 18-25 Flaminio 11 novembre 2006

Italia-Argentina 16-23  Flaminio 18 novembre 2006

Italia-Galles 23-20 Flaminio 10 marzo 2007  

Italia-Scozia 13-6 Olimpico 17 marzo  2012  

Italia-Nuova Zelanda 10-42 Olimpico 17 novembre 2012

Italia-Francia 23-18 Olimpico 3 febbraio 2013

Italia-Galles  9-26 Olimpico 23 febbraio 2013

Italia-Irlanda 22-15 Olimpico 16 marzo 2013

Italia-Argentina 14-19 Olimpico 23 novembre 2013

Italia-Scozia 20-21 Olimpico 22 febbraio 2014

Italia-Inghilterra 11-52 Olimpico 15 marzo 2014

Benetton Munster 14-34 Monigo 29 aprile 2017

 
 
Italia-XV del presidente  Flaminio 1988?

Fiamme Oro-Calvisano 21-55 Cas. Gelsomini 7 febbraio 2015

Fiamme Oro-Rovigo 34-29 Cas. Gelsomini 25 aprile 2015

Fiamme Oro-Rugby Viadana 26-15 Cas. Gelsomini 18 febbraio 2017

Fiamme Oro-Calvisano 13-31 Cas. Gelsomini 16 febbraio 2019

29 aprile 2015

Redesign

Davide Boriani (1936) Redesign, 1993, Serigrafia su cartoncino, cm.80x80

16 aprile 2015

In difesa dei Rom

I rom sono anti­pa­tici a (quasi) tutti: ed è indub­bio che una parte di essi vive nella ille­ga­lità, com­mette reati e induce i pro­pri figli all’accattonaggio. Per molti ita­liani i rom costi­tui­scono il primo motivo di allarme sociale. Tutto ciò può giu­sti­fi­care l’aggressiva mobi­li­ta­zione anti-zingari oggi in corso nel nostro paese? Una sorta di pogrom cul­tu­rale ai loro danni? Una mino­ranza di circa 180mila per­sone per metà cit­ta­dini ita­liani e per il 60% resi­denti in abi­ta­zioni rischia di rap­pre­sen­tare il capro espia­to­rio delle ansie col­let­tive, delle fru­stra­zioni sociali e dell’inquietudine per la pro­pria sicu­rezza. Oggi i rom, quelli buoni e quelli cat­tivi, sono tra­gi­ca­mente soli: nes­suno sta dalla loro parte e nes­suno sem­bra ricor­dare che i diritti sono indi­vi­si­bili. E che negare ai rom le garan­zie e le risorse della cit­ta­di­nanza vuol dire accet­tare che quelle stesse garan­zie e quelle stesse risorse pos­sano venire limi­tate e com­presse nei con­fronti di noi tutti. Con­sen­tire che i rom diven­tino l’oggetto dell’ostilità sociale e il ber­sa­glio di un vero e pro­prio mec­ca­ni­smo di degra­da­zione morale signi­fica con­tri­buire a far sì che la nostra società sia sem­pre più cat­tiva e ingiu­sta. Assi­stere in silen­zio a que­sta mobi­li­ta­zione dell’odio equi­vale alla resa verso chi vuole cri­mi­na­liz­zare tutta una mino­ranza per poterla met­tere al bando.

Luigi Man­coni , Ales­san­dro Ber­gon­zoni, Anna Foa, Gad Ler­ner, Ermanno Olmi, Moni Ova­dia, San­tino Spinelli
.... e conteoliver

15 febbraio 2015

Un'intervista a Rossana Rossanda

vale sempre la pena di essere letta, anche se come in questo caso premessa e domande dell'intervistatore non sono dello stesso livello.
http://www.sinistrainrete.info/politica/4684-rossana-rossanda-qe-stata-la-bellezza-del-mondo-a-salvarmi-dal-fallimento-politicoq.html

10 febbraio 2015

il giorno del ricordo

Oggi è il giorno del ricordo, istituito dal governo Berlusconi nel 2004.
E allora ricordiamo.

“Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava…non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Benito Mussolini, 1920

A Pola xe l’Arena / la Foiba xe a Pisin : / che i buta zo in quel fondo / chi ga certo morbin . (A Pola c’è l’Arena, / a Pisino c’è la Foiba : / in quell’abisso vien gettato / chi ha certi pruriti).
Fioi mii,chi che ofende pisin, la paghera':in fondo alla foiba finir el dovara’. 
Canzone squadrista degli anni '20.

12 dicembre 2014

gli unici extracomunitari che ti rubano il lavoro

Quando il senso comune va in tutt'altra direzione, vignette come queste potrebbero contribuire a far ragionare le persone. Non è mia, ma è geniale.


28 ottobre 2014

Trieste, tra fascismi e foibe

Nel sessantesimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia, un sintetico e condivisibile articolo senza il mefitico revisionismo che va tanto di moda di questi tempi.