18 marzo 2008

Su Rutelli hanno ragione, chiunque siano


La candidatura di Rutelli a sindaco di Roma ci fa tornare indietro nel tempo. Però non al 1993, quando fu eletto sindaco per la prima volta, ma al 2006, ai tempi in cui il centro-sinistra si presentava unito alle elezioni. Sembrerebbe che la nascita del partito democratico con le sue primarie, la fine della lotta di classe e le candidature di figli di imprenditori non siano mai avvenute. I motivi di questa anomalia sono stati più o meno velatamente spiegati. La sinistra a Roma è molto forte, si può tranquillamente vincere la partita così, senza tentativi disperati come quelli preparati per le elezioni politiche.
Però Rutelli non è più quello del 1993 (per quanto molti non ne fossero convinti neanche allora, ad esempio io al primo turno votai per l'ottimo Renato Nicolini), tra genuflessioni ai papi, avversione alle unioni di fatto, revoca del patrocinio del comune al gay pride, appoggio alla corrente teo-dem e politiche guerrafondaie. L'incanutito ex golden boy di Pannella è passato senza troppi traumi nel corso della carriera politica dal partito radicale ai verdi fino al settore cattolico del partito democratico. La sua candidatura, anche per la modalità con cui è arrivata, tutta interna agli apparati di partito, ha lasciato perplessi.
E i suoi manifesti elettorali con tutti quei "più" sembrano quasi suggerire che Roma sia stata amministrata da altri negli ultimi quindici anni. E invece sulla poltrona di sindaco si sono avvicendati solo lui e il suo amico Veltroni, passandola all'altro al momento del tentativo di diventare premier.
E così qualcuno ha preparato manifestini da incollare sopra il faccione di Rutelli con su scritto "e mo' te sveji ?" (e ti svegli adesso ?). Non si sa bene chi è l'autore di questo sabotaggio, non è escluso che siano elementi di destra. La destra romana del resto ha diversificato i suoi metodi politici e ha abbinato agli abituali agguati e accoltellamenti gesti meno cruenti come l'impiccagione di manichini, il lancio di vernice rossa nella fontana di trevi e la distruzione di una cupola di vetro del grande fratello (quasi una risposta agli esiti dei processi sui fatti del g8 che hanno dimostrato che i danni alle cose sono puniti più severamente dei danni fisici alle persone).
Però, chiunque sia stato, un po' di ragione su Rutelli ce l'ha.
Resta un problema: se non Rutelli, per chi votare ? C'è il candidato dei movimenti Andrea Alzetta, detto Tarzan, dallo slogan geniale "Roma è una giungla, vota Tarzan" (c'è anche il meno entusiasmante "occupare le case è reato ? Ma Tarzan lo fa"). Oppure c'è Grillini, una persona stimabile, anche per mandare un messaggio al Vaticano, candidato però da un partito che altrove avrebbe candidato anche Mastella.
Grillini sogna di battere la minestra riscaldata di Alemanno e andare al secondo turno contro Rutelli.
Un ballottaggio tra Rutelli e un candidato di sinistra piacerebbe molto anche a noi.

3 commenti:

mario ha detto...

Tarzan.

Anonimo ha detto...

Ad una rapida occhiata le parole del manifesto di Rutelli le pensavo riferite alle passate amministrazioni. Nel senso: "con Rutelli & Veltroni Roma è diventata più pulita, più curata, più ordinata, più Roma".
Comunque al primo turno credo proprio che se dovessi scegliere voterei Grillini.

Ciao

Maurizio Cecconi ha detto...

Quando Francesco Rutelli stava coi froci... Chi ha detto che invecchiando si diventa più saggi?