I risultati di oggi sono qui. Cambieranno nel tempo, quindi ho catturato l'immagine.
Come può vedere, a Ostia antica (poco fuori Roma, ma è presumibile che la maggior parte dei potenziali spettatori provenga da Roma) il biglietto parte da 45 euro; per tutti gli altri concerti di Paolo Conte, indifferentemente al sud o al nord, il prezzo va da 20 a 25 euro.
Perché i romani devono pagare il doppio di un sardo o di un friulano ?
E' vero che a Ostia Antica il concerto si tiene in un sito archeologico, ma anche a Cagliari è così: e chi conosce il posto sa che il teatro romano è suggestivo, ma non è né raccolto, né comodo per gli spettatori.
Ovviamente la bravura di Paolo Conte come cantautore non si discute, ma supponendo che l'ingaggio di Paolo Conte e l'allestimento e le spese per lo spettacolo siano le stesse (e non si vede perché debba essere il contrario) dove vanno a finire gli incassi in più ?
La risposta che viene in mente per prima è: nelle tasche degli organizzatori. E se è vero che pure nei piccoli centri possono esistere organizzatori voraci, capita che nelle grandi città è probabilmente più facile trovare un numero sufficiente di polli disposti a farsi spennare in questo modo.
Tutto ciò crea un effetto a catena per cui tutti gli organizzatori si sentono autorizzati ad aumentare i prezzi a dismisura: e così chi va a un concerto finisce per arricchire un intermediario che con la musica non c’entra nulla.