Per un'utile casualità, il ballottaggio per il comune di Roma sarà pochi giorni dopo il 25 aprile.
L'immagine è presa da un opuscolo stampato nel 1993 per supportare l'elezione di Rutelli al ballottaggio contro Fini. Era diffuso gratuitamente in giro per Roma ed è un esempio della forte mobilitazione antifascista che ci fu allora. Fini, lanciato da una campagna di stampa guidata da Il Tempo, aveva sorprendentemente incamerato buona parte dei voti della democrazia cristiana, frullata dai fatti di tangentopoli, e, grazie al sistema elettorale maggioritario appena introdotto e ai conseguenti faccia a faccia televisivi all'americana, era stato sdoganato come politico rispettabile. Berlusconi non era ancora sceso in politica ma dichiarò in una celebre esternazione alla sede dell'associazione stampa estera che, se fosse stato di Roma, avrebbe votato per Fini: ciò gli fruttò il soprannome di "cavaliere nero".
Rutelli faceva ancora parte dei verdi, e, con un po' di immaginazione e buona volontà, era l'espressione della Roma laica, ambientalista e di sinistra. Anche quelli di sinistra che non lo avevano votato al primo turno, lo avrebbero votato al ballottaggio. Roma veniva da una serie di amministrazioni inguardabili, da Carraro, catapultato a Roma da Craxi (la canzone "Cararo sindaco" della banda bassotti descrive bene) e, più indietro, Signorello e Giubilo, emanazioni della longa manus democristiana di Andreotti e Sbardella.
Allora non c'era il Pd, e nemmeno la margherita. La Dc aveva presentato un suo candidato al primo turno, che aveva preso un misero 13%. Aveva fatto dichiarazione di voto antifascista, ma non si sapeva cosa avrebbero fatto i suoi elettori.
Era la prima avvisaglia che i voti di Dc (e Psi, e tutti i partitini di governo) avrebbero fatto una fine ancora peggiore.
Rutelli vinse, e in altre città vinsero Bassolino, Cacciari e Illy, a Torino ci fu addirittura il ballottaggio tra centro-sinistra e sinistra, e sembrava che "la gioiosa macchina da guerra" fosse sul punto di conquistare l'Italia.
Quella volta, a Roma si festeggiò. Rutelli e Veltroni furono eletti in tutto altre tre volte, ma le volte successive non si è più festeggiato.
A questo ballottaggio le cose sono cambiate. Il Msi ora si chiama Pdl ed è considerato un partito come gli altri, Rutelli si è spostato verso il centro assieme a tutto il centro sinistra e ha inglobato esponenti e politiche della vecchia Dc. Si sono svolte elezioni politiche che hanno consegnato il paese alla destra e in cui il partito democratico di Veltroni ha fatto da killer alla sinistra.
Il genero di Rauti ha persino fatto appello agli elettori di centrosinistra di votare per lui, in fondo i programmi si somigliano.
Però Roma è troppo egoista, ingiusta e in mano ai palazzinari già adesso, per avere anche Alemanno sindaco. E quindi, con il naso turato, andrò di nuovo a votare Rutelli.